Parole di Gio
Giovannimaria diceva cose non sempre immediatamente comprensibili, pronunciava parole che incidevano,
ma che rimangono e portano LUCE.
Questo particolare video fu girato con un ipad durante l’ultimo ricovero ospedaliero al MSKCC, nella notte del 9 maggio 2013. Editing Pamerec Pictures
“Poverino,
che bua”
“Ciao Gesù”
“La croce è bella”
“Diciamo una Ave Maria
per la mamma e il suo bimbo”
“io sono suo servo”
“Gesù
ci porta tutti qui sopra”
“Questa vita me l'ha data Gesù;
la vita è bella”
“Eccolo mamma, Lui vuole essere tutto in tutti”
“Perdono sempre. Vince sempre Gesù; i buoni vincono sempre”
“Non c’è cosa più buona di Gesù”
“Sai chi accende
la luce?
È Dio che accende
e fa splendere
la luce”
“Mamma,
chi canta e prega, prega due volte”
“Non senti quanti soffrono?
Fammi portare
Gesù qui”
“Che bella
questa chiesa:
è piena di croci”
“Che bello essere nella casa di Gesù, vorrei sempre stare lì”
“Gusta quanto è buono Gesù”
“prego Gesù
per la vita nuova”
"I Giovanni sono
già tutti con me;
vorrei l'altro,
il cugino di Gesù...
san Giuda
Taddeo"
“Preghiamo
e mostriamo
la croce”
“Non ti preoccupare così tanto per il mio corpo, anche se
ti piace baciarmi e abbracciarmi,
sai diventerà polvere”
“Mamma il mio corpo è debole
non ce la fa"
“Vedi la mia pazienza?
La chiedo a Gesù”
“Sono un agnello, l’agnello di Gesù”
“Io servo Gesù
soffrendo."
"Gesù è con me
quando soffro"
“Ora aiuto Gesù
a portare
la croce”
“I bambini soffrono con Gesù
e sono tutti salvi”
"Devi imparare a sentirmi nel cuore, come Gesù”
"Chi è più malato,
più lo serve”
parole tra i 2 e i 5 anni
“Poverino, che bua”
diceva indicando le ferite di Gesù sulle mani, i piedi e il costato del grande crocefisso ligneo della Chiesa di San Giuseppe a via Nomentana, Roma.
“Ciao Gesù”
così salutava Gesù rivolto al tabernacolo della parrocchia di San Giuseppe.
“La croce è bella”
così esclamò gioioso con le braccia alzate guardando tutto il gruppo di pellegrini vicino alla sommità del Kricevaz, Medjugorje Bosnia, Pasqua 2009.
“Eccolo mamma, Lui vuole essere tutto in tutti”
così disse seduto a cavalcioni sulle spalle della mamma, indicando il sacerdote mentre scendeva i gradini dall’altare all’aperto della Chiesa di San Giacomo, con le Ostie per la distribuzione della Comunione, Medjugorje 1° ottobre 2010.
“io sono suo servo”
disse rivolgendosi alla Vergine Madre e a Gesù, davanti al tabernacolo della Chiesa di Santa Caterina da Siena, sulla 68ma strada di East Manhattan New York.
“Diciamo un'Ave Maria per la mamma e il suo bimbo”
diceva indicando dal suo passeggino le donne incinta che incontrava per la strada sulla via verso l’ospedale MSKCC di New York.
“Perdono sempre. Vince sempre Gesù; i buoni vincono sempre”
diceva queste parole nel contesto di sofferenze fisiche gravi, dovute anche a momenti di crisi nella malattia e nelle ‘torture mediche’.
“Gesù ci porta tutti qui sopra”
disse facendo volare come fosse un piccolo aereo una croce di foglie di palma, intrecciate da sua sorella Elisa nella Messa della Domenica delle Palme, durante la visita al Monastero delle Sorelle Domenicane del Corpus Christi, Bronx New York.
parole dopo la prima Comunione a 6 anni
“Gusta quanto è buono Gesù”
“Non c’è cosa più buona di Gesù”
così ripeteva spesso da ottobre 2012, quando riceveva la Comunione durante la Messa feriale.
“Mamma, chi canta e prega, prega due volte”
così disse felice, dopo aver partecipato, cantando, alla Messa accompagnata da una soprano amica, durante l’Adorazione Eucaristica del mercoledì nella Chiesa di Santa Caterina da Siena di New York
“Sai chi accende la luce? È Dio che accende e fa splendere la luce”
disse al musicoterapista dell'Ospedale Memorial che gli cantava per la prima volta la canzone folk americana “Let it shine, this little light of mine”.
“Non senti quanti soffrono? Fammi portare Gesù qui”
sollecitò così la mamma a fargli portare la Comunione in ospedale anziché a casa.
"I Giovanni sono già tutti con me; vorrei l'altro, il cugino di Gesù... san Giuda Taddeo"
rispondeva così a Father Michael O'Connor O.P. che gli chiedeva quale santo scegliesse per ricevere il sacramento della Confermazione. In quel giorno Gio doveva morire secondo la previsione dei medici che lo seguivano da anni, invece inspiegabilmente si riprese.
“Che bella questa chiesa: è piena di croci”
disse guardando verso l’Altare della Chiesa di Santa Caterina da Siena a New York, vicina all'ospedale e perciò frequentata da tanti malati e familiari che andavano lì a depositare le loro sofferenze.
“Gesù dammi una vita nuova”
così pregava nell'ultima Quaresima del 2013, ricoverato in ospedale dopo
l'aggravamento.
“Preghiamo e mostriamo la croce”
così diceva nell'ultima Quaresima del 2013, ricoverato in ospedale dopo l'aggravamento, nelle situazioni difficili in cui ci si sentiva umanamente provati e impotenti.
“Che bello essere nella casa di Gesù, vorrei sempre stare lì”
disse uscendo dalla Chiesa di Santa Caterina da Siena di New York.
parole dal 31 Marzo 2013
(Pasqua del Signore, e 7° compleanno di Gio)
a giovedì 30 maggio 2013
(festa del Corpus Domini e giorno della sua nascita a cielo)
“Mamma il mio corpo è debole non ce la fa”
“Non ti preoccupare così tanto per il mio corpo, anche se ti piace curarmi e toccarmi, sai diventerà polvere”
così preparava la mamma al distacco dalla lui e dalla sua vita terrena per guardare alla vita celeste.
"Devi imparare a sentirmi nel cuore come Gesù"
disse toccando il cuore della mamma, per chiederle di imparare ad ascoltarlo lì, come ascoltava Gesù; così avrebbe dovuto fare quando lui se ne sarebbe andato da Gesù.
“Vedi la mia pazienza? La chiedo a Gesù”
diceva durante i ricoveri in ospedale MSKCC, quando subiva medicazioni e trattamenti medici dolorosi.
“Sono un agnello, l’agnello di Gesù”
così canticchiava un mattino al risveglio in ospedale, dando l'ispirazione alla mamma di regalargli una statua di Gesù Buon Pastore per il suo 7° compleanno che cadeva nella festa di Pasqua 2013.
“Io servo Gesù soffrendo.
Gesù è con me quando soffro. Chi è più malato, più lo serve”
così asseriva nell'ultimo periodo di ricovero prima della morte.
“Ora aiuto Gesù a portare la croce”
così spiegava alla mamma nel percorso finale della malattia, doloroso e pieno di complicazioni insolite, quale fosse il suo posto nella passione vissuta con Gesù.
“I bambini soffrono con Gesù e sono tutti salvi”
ricordava alla mamma di pregare anche per gli adulti che soffrivano ed erano nel pericolo, perché faticavano ad accettare la loro sofferenza e a viverla con Gesù.